Neanch’io ti condanno!

Domenica 3 aprile si è svolta, nella Chiesa del Santo Spirito di Teramo, una giornata di spiritualità in preparazione alla Pasqua organizzata dall’Azione Cattolica Diocesana.

La tematica della giornata prende spunto dal Vangelo della V domenica di quaresima, con lo slogan “Neanch’io ti condanno” sul tema della misericordia.

Ha guidato la giornata don Gianni Carozza, presbitero, scrittore, docente presso l’Istituto Teologico Abruzzese-Molisano “San Pio X” di Chieti e presso l’Istituto di Scienze religiose “G. Toniolo” di Pescara.

Don Gianni, nello spezzare la Parola, ha offerto ai partecipanti, giovani e adulti, molti spunti di approfondimento e di riflessione. Inizialmente, ha invitato a guardare alla simbologia dei gesti con la quale il Vangelo ci parla, facendo scoprire come nell’adultera è rappresentata tutta “l’umanità peccatrice”, di cui tutti facciamo parte. Insieme alla modalità con la quale Gesù rovescia una situazione che voleva solo metterlo in contraddizione per screditarlo in un momento di “ri-creazione”.

Don Gianni ha sottolineato che Gesù, davanti all’adultera, mette in luce che, il punto non è giudicare, condannare, dare una pena bensì, avviare un processo di cambiamento, di conversione. E, lo rende concreto e lo attua attraverso un gesto di abbassamento verso la condizione di abbattimento, di angoscia, di prostrazione che il peccato crea. Gesù senza giudizio, scrivendo sulla terra, fa un gesto che riporta alla creazione. Un gesto liberante di misericordia, di non condanna, che rinnova, dona vita e predispone a nuovi processi creativi.

Chi ha il cuore indurito fugge davanti a questo gesto. Rimangono solo “la misera e la misericordia”. Di fronte alla realtà dell’umanità peccatrice, la risposta di Gesù non è: “Non bisogna condannare”, ma “bisogna salvare”.

Nel pomeriggio la riflessione è continuata con un’attenzione particolare all’approccio al Sacramento della Riconciliazione. Don Gianni ha invitato a vivere il sacramento non come momento personale di autoanalisi ma, come momento di preghiera, che inizia mettendosi alla presenza del Signore affinché l’esame di coscienza sia un dialogo che, ha sì una coscienza di peccato che fa chiedere scusa ma, che si fonda sulla Parola di Dio che dà possibilità di cambiamento, di fare esperienza di un Dio Amore che rigenera e rimotiva. La fede si nutre della Parola di Dio. L’ultima Parola di Gesù sulla croce è una Parola di misericordia.

Insieme, ha invitato a vivere piccoli esercizi spirituali coltivando sentimenti di gratitudine, di perdono e di umiltà, come suggerisce Papa Francesco. Che nascono nel cuore dell’uomo riscoprendo il tanto che si è ricevuto e si riceve in dono ogni giorno, nel chiedere scusa sempre più consapevoli della fragilità umana, nel chiedere aiuto perché nessuno è autosufficiente e si realizza da solo ma, tutti abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio che, si manifesta e ci si fa vicino attraverso il fratello, che ci cammina accanto e che, a sua volta, ha bisogno di mio esserci in questa bella avventura che è il cammino della vita. La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica, culmine e rendimento di grazie dell’Amore Misericordioso per ogni uomo.

(Gina D’Angelo)

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