Lettera della Presidenza Nazionale (Prot. n. 26/2017)

Carissime e carissimi tutti,

nello scorso anno associativo abbiamo vissuto insieme la bella esperienza dell’incontro tra la Presidenza nazionale, i Consigli regionali e i Presidenti parrocchiali. Sentiamo ancora fortemente la gratitudine per la fraternità e la ricchezza di quegli incontri. A un anno di distanza, nel pieno del percorso assembleare, desideriamo offrirvi una lettura della realtà che abbiamo incontrato, nella speranza che questa sintetica “restituzione” possa risultare utile per ciascuna associazione diocesana e per il livello regionale, come contributo al rilancio dell’Ac dentro e a servizio della Chiesa locale e del territorio in cui vivete.

Ci sembra di poter dire, prima di tutto, di aver incontrato un’Azione Cattolica viva, bella, ricca di passione e di generosità. Un’Ac capace di individuare con lucidità alcune specifiche questioni poste alla vita associativa dalla realtà del vostro territorio, dalle dinamiche sociali e culturali che lo caratterizzano, dalle attese che ne derivano nei confronti della Chiesa locale, dalle modalità con cui le Chiese diocesane cercano di dare risposta ad esse. Ci ha colpito la generosità e la capacità di tenuta con cui vi state facendo carico della realtà nella quale vivete. Allo stesso modo è stato bello constare che tante associazioni parrocchiali dimostrano capacità creativa e spirito di iniziativa nell’individuare strade nuove e intelligenti per cercare di rispondete alle specifiche attese presenti nel proprio territorio. Un modo di stare dentro il nostro tempo che è bene incoraggiare, sostenere e accompagnare attraverso il livello diocesano, chiamato a sua volta a compiere lo stesso sforzo di discernimento, teso a darsi delle priorità e delle modalità anche innovative, là dove necessario, per realizzarle.

L’impressione che abbiamo ricavato dai vostri racconti e dalle vostre domande è che la vita delle vostre associazioni sia stata interpellata da diverse attese. Innanzitutto particolarmente interessante è risultata l’attenzione che come Delegazione regionale e come singole Presidenze diocesane avete voluto porre alla cura sempre più significativa del rapporto con vostri vescovi e con gli assistenti

La loro gratitudine per la generosità e la devozione con cui l’Azione cattolica dell’Abruzzo – Molise accompagna oggi gli uomini e le donne nella scoperta e nell’annuncio del Vangelo, esprime sicuramente l’affetto e la stima per ciascuno di voi, ma vi interpella fortemente nel ricercare vie sempre nuove ed efficaci per essere insieme corresponsabili del popolo di Dio e per vivere pienamente il nostro essere “dedicati” alle Chiese locali.

Oggi siete chiamati infatti ancora di più a condividere con loro l’unica missione della Chiesa, a costruire una rete di legami buoni fatta di scelte condivise e progetti comuni; siete chiamati a porvi accanto a loro per costruire comunità accoglienti e fraterne dove sperimentare anche la fatica della condivisione e la bellezza dello stare insieme. La presenza di sacerdoti stranieri nel clero diocesano rappresenta, inoltre, per voi una ricchezza e un impegno: continuate a prendervi cura di loro, a farli sentire a casa, a gustare la bellezza di essere Chiesa universale.

Un’altra attesa che abbiamo accolto è rappresentata dalla situazione dei giovani: La vostra terra è ricca di diverse città universitarie e quindi avete la gioia di accogliere tanti ragazzi che per motivi di studio si trasferiscono e possono trovare nelle comunità parrocchiali e diocesane un punto di riferimento per continuare la loro esperienza associativa ed ecclesiale. Continuate ad essere per loro famiglia ospitale perché ciascun giovane possa sentire di essere qui e ora il presente della Chiesa e del mondo; possiate continuare a mettervi in ascolto della loro storia e delle loro domande di senso; date loro coraggio nell’affrontare le piccoli grandi scelte della vita, imparare sempre più a:perdere tempo con loro! In questo senso potete valorizzare la proposta che la Fuci fa per i giovani universitari, e promuovere sempre più il Progetto Tobia.

Tra le questioni che avete richiamato, ci è sembrato che ne siano emerse con particolare rilevanza cinque dalle quali desideriamo che le vostre diocesi possano ripartire per continuare ad essere una presenza significativa sul territorio.

Innanzitutto la questione della proposta formativa che l’Azione Cattolica fa ai suoi aderenti, ai bambini e a ragazzi, ai giovani e agli adulti. Proposta complessa, ma alta ed esigente, un cammino che mette al centro la vita perché la vita è per noi il luogo in cui si mostra il volto misericordioso di Dio Padre; è “il luogo fondamentale della fede”. E per questo vogliamo continuare a porci in ascolto con fiducia profonda e intima della vita presente nel cuore di ogni uomo, aiutandoli ad abitare sempre più la loro ordinarietà, perché è li che il Signore ci vuole incontrare, è in questo tempo e in questo spazio che li chiama a diventare “persone nuove in Cristo Gesù”.

Come adulti e giovani abitare allora con responsabilità la quotidianità diventa una delle esperienze più significative che possiamo mettere in atto. Visitare e accompagnare con la misericordia, che viene solo da Dio, la storia dei più piccoli è il più grande atto di amore che possiamo fare. É per noi il modo più efficace per annunciare il Vangelo e per mostrare a tutti il dono di una vita buona.

Formare i ragazzi e i giovani in particolare, per l’Azione Cattolica è sempre stata la.scelta precisa per vivere pienamente la sua missione: annunciare un Dio possibile, umano e umanizzante, certi che come afferma Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, “la missione e una passione per Gesù ma al tempo stesso è una passione per il suo popolo”.

Legata a questa è emersa forte allora la necessità e anche l’urgenza di continuare ad investire nella passione del servizio educativo. Seguire infatti il Signore nel servizio ai piccoli è per ciascun educatore di Ac innanzitutto una scelta di libertà: una risposta ad una chiamata, una scelta che rende le persone liberi e per questo capaci di creatività, capaci di riconoscere la bellezza nei gesti più scontati e ripetitivi, interrogandosi su cosa questi hanno da raccontare alla nostra vita e a quella dei ragazzi che accompagniamo. E questa libertà proviamo a metterla in gioco ogni giorno nell’incontro, nel costruire relazioni significative, relazioni che sanno trasmettere senso e significato alla nostra vita, relazioni che creano comunità vive e vere dove si sperimenta la bellezza di camminare come Chiesa verso il Signore.

È in questa esperienza che riscopriamo il senso del nostro educare: siamo educatori eletti e prediletti nel cuore di Dio che ne custodiscono la memoria e la risvegliano negli altri. Siamo catechisti-educatori che veramente si fidano di Dio e in Lui pongono la loro gioia.

Crediamo infatti che parlare di percorso di fede per i più ragazzi e i giovani, accompagnarli nel loro cammino di Iniziazione Cristiana sia per ciascun educatore raccontare la bellezza di riconoscere ogni giorno che il Signore è presente, che la grazia dei sacramenti salva e guarisce; è non dimenticare mai che è la comunità che educa e che è possibile e bello oggi diventare cristiani ed essere persone che sanno rimanere con il Signore, andare per le strade ad annunciare il Suo amore, gioire per il dono della vita!

Un’altra questione sulla quale vogliamo riflettere con voi è 1′ attenzione alla famiglia, più volta emersa dal dialogo e dal confronto con voi. L’Azione cattolica desidera oggi ancora di più suscitare il nuovo desiderio di famiglia che abita nei cuori di quanti incontriamo, recuperando il senso pieno e il significato autentico della grandezza di un dono, il matrimonio, che è sacramento fondato su una promessa d’amore dei due sposi dinanzi a Dio e alla comunità.

Vi invitiamo quindi a rinnovare il vostro impegno nel promuovere e ad accompagnare lungo tutte le stagioni della vita, attraverso i cammini ordinari nelle comunità, i bambini e i ragazzi, i giovani e gli adulti; nel continuare ad evangelizzare la famiglia con gesti e parole, toccando l’umano del cuore che incontriamo, per aiutare ogni famiglia ad essere Chiesa domestica, piccole Chiese in uscita.

Inoltre, la promozione associativa che rappresenta oggi una risorsa importante per raccontare la bellezza dell’essere associazione, per far conoscere a quanti ancora non l’hanno incontrata un’esperienza che ci aiuta a comprendere la grandezza di appartenere a Cristo e alla sua Chiesa, per poter imparare insieme a fare scelte di bene ed essere così pienamente felici.

Promuovere oggi l’ Ac è il percorso privilegiato che ci fa anche sperimentare l’essere tutti discepoli missionari, chiamati a seguire il Maestro annunciando le meraviglie che compie nelle nostre storie, nella storia della nostra associazione.

Infine, un’ulteriore occasione per essere sempre più Associazione nella Chiesa dell’Evangelii Gaudiurn è investire nella promozione dei movimenti che costituiscono una bella espressione missionaria dell’associazione e di vicinanza al territorio.

Si tratta di questioni importanti, che interpellano tutta l’Associazione a partire dal livello regionale e diocesano, impegnata ad individuare attraverso scelte creative e audaci i passi da compiere per essere oggi sempre più Ac che custodisce la speranza e si radica nel futuro.

In vista del nuovo triennio che abbiamo davanti, abbiamo avvertito il desiderio di condividere con voi queste considerazioni, per continuare ad accompagnarci reciprocamente. A voi siamo sempre particolarmente vicini e pronti a sostenere ogni necessità che è scaturita nel vostro territorio in seguito alle scosse di terremoto. Contate sempre sulla nostra amicizia e sul nostro aiuto.

Con tanta gratitudine, ci diamo tutti appuntamento il 30 aprile, in Piazza San Pietro, per festeggiare insieme i 150 anni di vita della nostra Associazione, metterci in ascolto di Papa Francesco e, con lui, ripartire con generosità verso il futuro che nasce nel presente.

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